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Smart working e cyber security: difendere i dati aziendali e i propri dati personali

Pubblicato il 30 marzo 2020 su ICT Security Magazine
Vincenzo Calabro' | Smart working e cyber security: difendere i dati aziendali e i propri dati personal
 
LEGGI IL WHITE PAPER: "Smart working e cyber security: difendere i dati aziendali e i propri dati personali." Calabro' V., Boggio A., ICT Security Magazine, 2020
Le restrizioni imposte in questi giorni dal Governo hanno spinto molte aziende, e la stessa Pubblica Amministrazione, a sposare velocemente il paradigma dello Smart Working generalizzato ed esteso per evitare il blocco delle attività e le relative conseguenze. La maggior parte delle soluzioni emergenziali adottate prevedono lo sfruttamento dei dispositivi e della connessione alla rete degli stessi lavoratori. Alcune organizzazione sono già pronte, poiché utilizzano da tempo strumenti di Digital Collaboration oppure soluzioni di Virtual Desktop Infrastructure (VDI), altre si sono adeguate in corsa acquisendo prodotti per il remote working, anche open source, dotati di un minimo di sicurezza (Software per lo Smart Working, VPN, Autenticazione a due fattori e Strumentazione aziendale preconfigurata,) e, infine, le imprudenti si sono limitate ad abilitare i protocolli di Remote Desktop (RDP) sulle postazioni aziendali, per consentire ai propri collaboratori di collegarsi da remoto alle postazioni in ufficio, oppure sfruttano i programmi utilizzati ordinariamente per l’assistenza remota, notoriamente pieni di bug, anche per il telelavoro (a riguardo, effettuando un raffronto tra i dati rilevati dal portale Shodan.io nel mese di gennaio e di marzo del 2020, si registra un incremento del 300% del numero di hosts connessi ad Internet con i “noti” protocolli di Remote Desktop abilitati). Cerchiamo di analizzare i rischi e le soluzioni.